Capolona, capoluogo del comune omonimo, ha una storia singolare.
Il comune si estende sulle pendici del Pratomagno verso sud e sulla riva destra dell’Arno e coincide storicamente con i possedimenti dell’antichissima Abbazia di San Gennaro a Campoleone. In realtà Capolona è un nome che individua non tanto un centro in particolare, quanto tutta una zona, avendo cambiato durante i secoli la localizzazione del capoluogo; dopo l’abbandono dell’Abbazia, situata nei pressi dell’attuale abitato di Castelluccio, il territorio fu unito ad altre comunità (in particolare con Subbiano, sull’altra sponda dell’Arno) fino alla dominazione napoleonica.
Nel 1808 fu istituito il distretto di Capolona, Bibbiano e Belfiore e la sede comunale fu a Castelluccio, il centro più vicino all’antica Abbazia e ne acquisì il nome di Capolona. Precedentemente il nome era passato ad una località vicina, sede della pieve di San Giovanni, luogo fino ad allora chiamato Sulpiciano.

In tempi più recenti, il capoluogo, e di conseguenza il nome, è passato all’attuale Capolona, un gruppo di edifici sorti ai piedi di Caliano, in corrispondenza del ponte che attraversa l’Arno ed attorno al calzaturificio F.lli Soldini sorto a fine degli anni Cinquanta del XX secolo.

Capolona ha quindi in gran parte un aspetto moderno, lungo il fiume Arno ed è attraversata dalla strada regionale n.71 e dalla ferrovia Arezzo-Pratovecchio-Stia.

Il comune si inserisce nel paesaggio in un punto in cui il Casentino e la valle dell’Arno si aprono in un ampio ventaglio che prelude alla grande distesa formata dalla confluenza della Val di Chiana nel Valdarno e dove il fiume Arno “torce il muso” ad Arezzo. Il territorio è solcato da brevi torrenti che scendono dal displuvio più meridionale del Pratomagno, che sopra il capoluogo è abbastanza ripido, ma si addolcisce verso Pieve San Giovanni.

Capolona si trova al centro di un territorio notevolmente interessante per le sue vicende storiche: importanti ritrovamenti archeologici anche di origine neolitica sono stati scoperti intorno alle località di Cafaggio, Cafaggiolo, Cicaleto e Vico.

 

Molti borghi mantengono ancora una tipica foggia medievale con tracce più o meno evidenti di strutture murarie: ricordiamo Castelluccio con la sua “Portaccia” le sue mura le  sue torri ancora in parte evidenti  ; Pieve di Cenina,  Pieve San Martino Sopr’Arno e Pieve San Giovanni ,   la pieve  del  Santo con testimonianze di origine bizantine;  Bibbiano con tratti ben conservati della cinta muraria e  la torre campanaria in origine probabilmente il mastio , e poi Lorenzano  , Baciano, Ponina, Cenina, Migliarino, Vezza, Casavecchia, Busseto, Apia, Santa Margherita, Poggio al Pino, Figline, Busenga, Ierna e tanti altri piccoli borghi e casolari dispersi nelle colline.

 

Sono da segnalare una serie di tracce di strutture difensive e fortificate che facevano probabilmente parte del sistema difensivo risalente all’alto medioevo: Lorenzano, Casella, Caliano, Belfiore, Bibbiano , Vezza, Castelluccio,

Un territorio tutto da scoprire, a piedi, in mountain bike o a cavallo, che rende il visitatore il vero protagonista, spingendolo alla ricerca di scorci paesaggistici e viste panoramiche di rara bellezza dalle dolci colline che lo circondano. E’ possibile intravedere il casentino con il massaccio della Verna , l’imponente  Alpe di Catenaia , il massiccio del prato magno , il Monte Amiata e perfino uno scorcio del lago Trasimeno.